Ci sono fondamentalmente due correnti Reiki:
la tradizionale giapponese e quella americana.
Da queste nascono poi tutta una serie di tecniche leggermente differenti tra loro.
Penso che ci siano diversi motivi che spieghino tali diversità: innanzitutto Reiki è una filosofia orientale che, come tale, ha una serie di punti in comune con le altre discipline olistiche (l'energia universale intesa come totalità, l'esistenza di canali energetici all'interno del corpo metafisico, l'esistenza di simboli e di mantra capaci di richiamare l'energia ecc..).
Reiki si presta quindi ad essere "interpretata" in funzione di ciò che si conosce di altre discipline.
Essendo Reiki un puro scorrere di energia, viene affiancato spesso ad altre tecniche, con lo scopo di aumentare l'efficacia ed integrare il trattamento.
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Particolare dell'ingresso del Monte Kurama
Kyoto - Giappone
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Essendo una filosofia di vita, Reiki si presta ad essere interpretata a seconda dell'ambiente nel quale viene inserita. Non è un caso che il Reiki della tradizione giapponese abbia delle sfumature maggiormente spirituali (la guarigione deriva dall'equilibrio con l'energia vitale) mentre quello occidentale abbia sfumature più materiali (l'attenzione è incentrata sugli effetti fisici).
Non è da sottovalutare poi la volontà dei diversi insegnanti di voler "personalizzare" la propria disciplina, unendo differenti stili, inserendo simboli, regole, significati che fanno parte della cultura e della preparazione del maestro. In questo caso non siamo più di fronte alla disciplina Reiki, ma ad una serie di tecniche che lasciano questa disciplina sullo sfondo. Questo non vuol dire che esse non "funzionino" o che diano risultati inferiori, semplicemente non si tratta della pura disciplina Reiki praticata dal Maestro Usui. |